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Coach Aziendale: ti serve o non ti serve un Business Coach?

Ti serve un coach aziendale? Scopri se hai bisogno di un business coach.

Qualsiasi azienda tu abbia con più di due persone, quindi che tu sia un libero professionista con qualche collaboratore o che tu abbia un’azienda più strutturata, sicuramente hai una di queste 3 difficoltà:
  1.  Incomprensioni fra te e le persone che gestisci e magari incomprensione anche fra di  loro
  2.  Aumento dello stress.
  3.  Aspettative deluse rispetto a quello che tu vorresti.

 

Questi sono solo alcuni ambiti in cui la presenza di un coach esperto in dinamiche relazionali e comportamentali di leadership, può aiutarti a superare determinate situazioni o a ottenere più risultati.

Sono Stefano Denna, ho 35 anni di esperienza nel mondo della formazione, del coaching e della crescita personale, e da un po’ di tempo ho sviluppato un mio metodo che si chiama Evolution Business, che dà la possibilità alle aziende con cui lavoro, di pianificare una crescita passo dopo passo, con una progettualità precisa e condivisa, guarendo spesso dalla malattia del “tempo che non basta mai”.

Le tre difficoltà per cui un coach aziendale è utile

Tornando alle 3 principali difficoltà che un imprenditore o libero professionista incontra, e vediamo come possono essere risolte.

La comunicazione

La comunicazione è sicuramente un elemento fondamentale e che tu sia in grado di comunicare ai tuoi collaboratori diretti, o ai tuoi clienti, quello che può essere il tuo prodotto, il tuo servizio, la tua idea, oggi è fondamentale.

E che tu sappia comunicarlo in modo coerente ed efficace fà la differenza.

A volte però questo passaggio avviene con lentezza, le persone magari non capiscono velocemente quello che tu vorresti e come lo vorresti, e questo può generare stress da parte tua, perché potresti non sentirti compreso o perchè pensi che dall’altra parte ci siano persone che non capiscono.

Attenzione perché spesso questa sensazione è reciproca.

Mi spiego: a meno che i tuoi interlocutori non siano in malafede, sicuramente i tuoi collaboratori non sono contenti di non essere efficaci e di non ottenere risultati velocemente, anzi.

E questo può far vivere sensazioni di pressione e di stress, possono sentirsi inadeguati rispetto a quello che gli viene chiesto. E se manca la capacità di gestirsi e lavorare sotto pressione, i risultati possono rallentare. A volte questo può creare incomprensioni, oppure scontri e litigi, o inclinare relazioni e attività quotidiane.

Di nuovo quello che ne consegue è rallentare moltissimo la produttività e diminuire l’efficacia perdendo tempo prezioso e guadagni.

Perché?  Perchè non siamo macchine, e la differenza fra noi e le macchine è la parte emozionale, il lato umano che incide sia nel bene che nel male. Ed è quell’aspetto che purtroppo, molti imprenditori, molti liberi professionisti e titolari d’ azienda, considerano per ultimo, dandolo quasi per scontato.

Altro elemento delicato sono le riunioni, i meeting aziendali.Stefano Denna - coach aziendale - sessione di formazione

Attenzione a non fraintendere: le riunioni possono essere un momento di crescita, di evoluzione e di condivisione straordinario, oppure, possono essere situazioni che abbassano ancor più la leadership percepita dell’imprenditore, e possono diventare momenti noiosissimi o imbarazzanti.

L’imprenditore è in buona fede ma non riesce a farsi comprendere. Ha buone intenzioni, principi ma viene frainteso.

Ultimamente, un’esigenza sempre più urgente che trovo molto nelle aziende che seguo, che riscontro sia nella multinazionale strutturata, che nell’azienda di famiglia, è il confronto e lo scambio di informazioni fra i vari reparti.

Confronto e scambio di informazioni che non può più avvenire solo a livello di gestionale, di CRM, ma che richiede la comprensione di che tipo di attività e situazioni ci sono in atto, che cosa si sta gestendo e come.

Una vera e propria condivisione da punti vi vista diversi e talvolta opposti, ad esempio tra tecnici e commerciali, o tra amministrativi e responsabili di produzione.

Come possiamo risolvere queste difficoltà, questi problemi?

Innanzitutto serve accedere a informazioni e conoscenze comunicative che è importante che, sia tu che gestisci le persone, che le persone stesse, abbiano.

La comunicazione non è “secondo me”, non è dire quello che si pensa.

Comunicare non è parlare, la comunicazione è come una sorta di scienza, è come studiare una lingua straniera: se non ne conosco perlomeno le regole fondamentali annaspo, vado a braccio, mi arrabbio e aumenta il livello di stress per lo sforzo che sto facendo per farmi capire.

Il primo punto è conosocere le regole basi della comunicazione efficace e delle dinamiche interpersonali: convincere, guidare e motivare le persone.

Stefano Denna - Coach Aziendale

Ancora più utile è verificare che queste conoscenze vengano applicate: se c’è solo il training, lo spiegare, è come andare a scuola.

Che venga un formatore in azienda o che mandi le persone a fare un corso, se poi la cosa finisce solo nell’acquisizione di informazioni, serve veramente a poco. Magari può portare un argomento alternativo durante la pausa caffè, come quando si parla della partita o del weekend il giorno dopo, al contrario del coaching che offre tutta un’altra prospettiva.

È il capire cosa è stato appreso, come è stato appreso, è verificare le reazioni di ognuno per passare poi al livello successivo.

Questi due elementi: training e verificare come avviene l’applicazione, fanno tutta la differenza nel tempo in cui si ottengono i cambiamenti.

 

La leadership

La seconda difficoltà che potresti avere è la leadership.

Lo stile di leadership, lo stile di guida della tua azienda fino a poco tempo fà non serviva un granché analizzarlo. Veniamo da una tradizione organizzativa prettamente militaresca come tipologia di leadership, dove esiste il comando e l’esecuzione o la punizione se il comando non viene eseguito.

Fortunatamente viviamo oggi in un mondo migliore e questo tipo di leadership sta completamente sparendo, mi riferisco all’Italia e all’Europa… in Cina un po’ meno.

Dobbiamo capire innanzitutto che stile è la tua leadership: è una leadership direttiva? Sei un comandante?

Oppure hai una leadership di cuore, affettuosa e stai accanto alle persone cercando di guidarle?

Oppure il tuo stile è la leadership dell’esempio, di quello che sta davanti a tutti, che è il primo ad arrivare e l’ultimo ad andar via?

Una volta riconosciuto lo stile della tua leadership, c’è poi da capire quali sono i risultati che ottieni con le persone.

Capire se le persone stanno con te solo perché hanno bisogno di un lavoro e cercano solo più soldi, oppure sono con te perché stanno inseguendo, insieme a te, un risultato, non voglio dire una missione di vita, ma quasi.

Se sentono di appartenere a qualcosa di buono, di utile per loro, e vivono l’ambiente lavorativo, non dico come una famiglia, ma in maniera veramente piacevole.

Comprendere queste cose non è semplice da soli e senza confronto, e se nessuno ti ha mai supportato o affiancato come leader, nella guida delle persone, da oggi non te lo puoi più permettere, prezzo da pagare: tempo e stress.

Ti sarai accorto anche tu: non basta più saper fare la propria attività come negli anni del boom economico degli anni ’60 ’70 ’80, anni in cui molte aziende in Italia sono nate.

In quel momento c’era bisogno di tutto, bastava lavorare e produrre, non c’era bisogno di chissà quali grandi competenze.

Oggi non è più così.

Oggi oltre alle competenze tecniche, a quelle un po’ più tecnologiche e digitali, è nata anche l’esigenza di saper comunicare in maniera efficace con i collaboratori.

Ribadisco: non parlo di conoscere le tecniche di comunicazione, intendo:

– saper comprendere le esigenze delle persone

– sapere come allineare i collaboratori

–  spere come risolvere i conflitti

Ci sono talmente tante situazioni diverse che se un imprenditore non conosce e non sviluppa abilità di comunicazione efficace, non può applicare, se non a rischio di risultare un maestrino.. quello che ha fatto i corsi.

Ecco perché è importante il training, le conoscenze specifiche, il coaching e comprendere cosa sta avvenendo, passo dopo passo, a step perlomeno mensili, in modo da verificare come stanno andando le cose.

E poi l’affiancamento: è fondamentale che tu abbia qualcuno che veda in diretta quale è il tuo livello di leadership, la tua efficacia, e che ti dia delle indicazioni specifiche magari, facendoti vedere esattamente come si fa. Stefano Denna - Coach Aziendale - Sessione di formazione

Abbiamo visto le prime due soluzioni: la comunicazione e la leadership.

Continuiamo ora considerando un’altra grande area: i dipendenti.

Molto spesso sentiamo discorsi tipo “l’azienda non va avanti perché le persone non lavorano, si lamentano e basta”, “gli basta arrivare al fine mese”, “non puoi chiedere niente di più..”.

Tutte cose vere.

Ricorda però che i problemi vanno affrontati e gestiti alla fonte.

Quale modello segui per la selezione del personale?

Cerchi solo di selezionare persone che abbiano l’esperienza e il titolo di studio, che siano magari referenziate da qualcuno così da non creare problemi?

Oppure vai più a fondo?

Ti svelo un segreto: molti problemi nella gestione del personale che emergono dopo mesi o anni, potevano essere anticipati e intercettati prima con qualche domanda di qualità fatta al momento della selezione.

Anche questa è una competenza che non si può improvvisare.

Ancora oggi vedo girare curriculum con in altro a sinistra la foto e sotto l’elenco delle esperienze: tutte cose inutili. Le persone stesse che mandano i curriculum non sono formate in questo senso, pensano che dato che hanno studiato o perché sanno determinate cose, o hanno avuto quell’esperienza, in automatico questo garantisca loro un posto di lavoro, e dia sicurezza dall’altra parte a chi li assume.

Solo che non è proprio così. Il turnover va compreso: perché le persone se ne vanno?

È fisiologico? Oppure riguarda alcuni ruoli chiave e magari esistono dei collaboratori che sono dominanti, cioè che vorrebbero un giorno avere una loro azienda e diventare magari i tuoi soci? Come vengono gestiti?

È importante che vengano trattati in maniera differente rispetto a risorse che sono dei gregari, dei follower, che hanno bisogno del gruppo, della compagnia e di qualcuno che li guidi.

È chiaro che se non cambi il modo di comunicare quindi comunichi con il follower come se fosse un influencer, non avrai grandi risultati.

Di nuovo è fondamentale conoscere e saper riconoscere, differenziare le caratteristiche per poterli guidare al meglio.

Capitolo a parte riguarda la crescita e lo sviluppo di carriera.

La tua modalità di leadership e la crescita dei tuoi collaboratori sono collegate: in base a come comunichi, a  come progetti il futuro, la crescita di queste persone sarà maggiore o minore.

Di conseguenza, se nella tua organizzazione ci sono delle persone ambiziose, gli và garantita la possibilità di crescere. Alle persone che invece cercano sicurezza, và comunicata stabilità e sicurezza, e non sto parlando di denaro.

Mi è capitato di veder fare degli autogol pazzeschi nelle promozioni e negli avanzamenti di carriera: il miglior tecnico o il miglior venditore, messo a capo dei tecnici o dei venditori.

Sono due lavori diversi: un conto è vendere o produrre risultati tecnici, un conto è insegnare agli altri, trasferire, guidare.

E ancora: verificare ed eventualmente dire quelle cose che possono essere scomode, oppure gratificare e spingere ad agire.

L’analisi dei risultati

E poi c’è l’analisi dei risultati,  attraverso la definizione dei KPI (KeyPerformanceIndicator) più rilevanti per la tua attività.

Significa analizzare se quello che stai ottenendo è quello che vuoi. Se quello che vuoi ha una strategia precisa per essere raggiunto, o se invece, sei una di quelle aziende che lavora con il passaparola e che si aspetta che i clienti arrivino da qualche parte passivamente.

Ahimè questo è un lavoro: se non hai una strategia per raggiungere i risultati, e non hai un piano B in caso di imprevisti, allora la tua è una strategia a brevissimo termine, cosiddetta della sopravvivenza.

Serve invece avere una strategia a medio termine per essere orientati al mantenimento dei risultati e alla crescita, e una strategia a lungo termine per orientarsi alla prosperità e all’indipendenza dell’azienda dalla persona dell’imprenditore.

Se invece sei all’interno di meccanismi diversi, allora è facile che tu non sappia esattamente quali sono le azioni da fare, e che tu e i tuoi collaboratori, facciate fatica ad aver chiaro quali sono le priorità.

Una domanda utile e semplice da farsi è: “Quali sono le cose che fanno la differenza?”.

So bene che rispondere può essere impegnativo, so che essere un imprenditore oggi è dura molto più di ieri, e so che  è molto impegnativo e difficile sapere dove mettere l’attenzione, quando e in che modo.

Ti faccio un altro esempio: ci sono aziende che sprecano decine di migliaia di euro in marketing, senza sapere esattamente cos’è, e che cosa gli serve.  Ho visto persone aprire pagine Facebook inutili, o spendere soldi per il personal brand quando aziendàlmènte non era il momento giusto per farlo.

Per questo quando non c’è una strategia, una tattica, non posso capire se le proposte che mi fanno le agenzie di marketing sono utili, oppure no. Loro fanno semplicemente il loro gioco, sei tu che hai da capire cosa ti serve, se hai da digitalizzare di più l’azienda, o se hai da fare delle azioni più alla vecchia maniera.

Riepiloghiamo

Riepilogando quindi le parole chiave sono: comunicazione, leadership, gestione dei dipendenti, gestione e pianificazione dei risultati.

Se senti di avere delle difficoltà, delle aree di miglioramento, o di ignorare qualcosa di quello che abbiamo visto insieme, probabilmente un coach che collabori con te potrebbe esserti utile.

Come puoi riconoscere il coach che ti può aiutare?

Fidati un po’ del tuo istinto e soprattutto valuta la sua esperienza.

Una persona giovanissima, che magari ha fatto qualche corso, difficilmente può darti quello che abbiamo visto.

All’interno delle grandi organizzazioni esistono coach straordinari, persone bravissime che possono far svoltare l’azienda, e persone che sono alle prime armi e vengono presentati come coach perché serve rispondere alla domanda generata dai grandi volumi di business.

La formazione, quella vera, quella che dà risultati, non è scalabile molto velocemente. Và creata la parte dello spessore personale di un coach, che si matura solo a mano a mano che si applicano le cose che si dicono agli altri.

Quindi ricorda: verifica che tipo di esperienza personale e aziendale ha il coach che stai considerando, e poi mettilo alla prova.

Fidati sempre di quello che funziona. E puoi fidarti anche del sottoscritto.

Non credere a una parola di quello che ti ho scritto, verifica e sperimenta da te.

Le 2 parole che fanno la differenza

Per poter avere il supporto di un coach, due cose sono fondamentali:

  • che tu abbia una Vision o che cerchi chi ti aiuti a crearla. Se hai solo una visione della tua azienda a un mese, questo non è assolutamente buono. A cosa stai tendendo? Qual è la tua Vision? Dove vuoi portare la tua azienda, i tuoi collaboratori e i tuoi clienti?
  • è fondamentale che tu ti renda conto che la Responsabilità è completamente tua. A volte quando non otteniamo i risultati tendiamo a dare colpe a destra e a manca, o darle a noi stessi svalutandoci. Ma questo non serve assolutamente a niente.

 

Il coach, come il sottoscritto, può rappresentare uno strumento per velocizzare e avere più chiarezza.

 

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